I Sacerdoti del Villaggio Violino

L’ordinazione Sacerdotale viene cosi descritta nei testi teologi:

 

“E’ l’atto con cui Dio, Padre Gesù Cristo, mediante l’infusione dello Spirito, configura un battezzato al suo figlio Unigenito fatto uomo, Sommo ed eterno Sacerdote, e lo deputa al Ministero dell’Annuncio della santificazione e dell’Animazione per la costruzione del popolo della nuova alleanza nel mondo.” 

I PARROCI DEL VILLAGGIO VIOLINO


06/10/2018 ingresso del nuovo parroco don Gian Pietro Girelli

parrocchia Madonna del Rosario (Vill. Badia) e parrocchia San Giuseppe Lavoratore (Vill. Violino)



don   Raffaele Donneschi

n. Rezzato 18.8.1952; ord. Brescia 12.6.1976; della parr. di Virle Treponti; vic. coop. Castenedolo (1976-1982); in Brasile (1982-1994); vic.

parr. Roncadelle (1994-1996); parroco Zone (1996-2002); presb. coll. Botticino Mattina (2002-2009); presb. coll. Botticino Sera e S. Gallo (2009); presb. coll. S. Giacomo, città (2009-2011); direttore Ufficio Missionario Diocesano dal 2002; condirettore Ufficio Diocesano per il dialogo interreligioso dal 2004; parroco Violino dal 2011 a settembre 2018 e parroco della Badia dal 2012 a settembre 2018


don   Agostino Bagliani

n. Dello 26.10.1960, ord. Brescia 9.6.1984, della parr. di Dello; vic. coop. Inzino (1984-1993); vic. parr. S. Giovanni, città (1993-1999);

vic. parr. Urago Mella, città (1999-2002); parroco Violino, città (2003-2011); parroco Capriolo dal 2011. 25031 Capriolo; via Chiesa, 2; tel. 030 73 60 08


don Ermanno Turla

n. Monte Isola 1.11.1951; ord. Brescia 12.6.1976; della parr. di Peschiera M.; vic. coop. Lumezzane Fontana (1976-1979); vic. coop. Passirano (1979-1984); vic. coop. Iseo (1984-1993); parroco Violino, città (1993-2002); parroco Pisogne e Toline dal 2002; parroco Sonvico dal 2008; parroco Grignaghe e Pontasio dal 2009. 25055 Pisogne; via Pieve, 2; tel. e fax 0364 86 535; 330 76 53 34


don Battista Recaldini

n. Cimbergo 4.12.1930; ord. Brescia 18.6.1955; della parr. di Cimbergo; vic. coop. Urago Mella, città (1955-1957); vic. coop. Badia, città (1957-1968); parroco Gaino (1968-1973); assist. dioc. A.C.I. (1973-1980); parroco Violino, città (1980-1993); capp. «Domus Salutis», Brescia (1995-1999); canonico della Cattedrale dal 1993; esorcista dal 2001. Morto a Brescia 29.4.2007; sepolto a Cimbergo.


don   Giovanni Teotti

nato a Montichiari il 7-4-1915, ordinato a Brescia il 2-6-1940 - Curato a Castenedolo 1-7-1940 - Parroco al VIolino l'1-12-1955

Morto al Violino il 2-1-1980.

 

tratto da bollettino n. 1 Gennaio 1980

Con la morte di don Giovanni si chiude una pagina di storia del Violino, la prima. Dentro ci stanno venticinque anni di fatiche, di lavoro, di impegni a vari livelli.

Con le case - che nel quarto di secolo trascorso si sono abbellite - sono cresciuti i figli. La popolazione, ridotta, di venticinque anni fa, è diventata una grande famiglia e via via la mentalitàs'è allargata, s'è strutturata la vita del quartiere, sono cresciuti i vantaggi e gli oneri derivanti da una vita tutta inventata.

IN questo ambiente don Giovanni è stato un pò il padre, il maestro, la guida spirituale di chi, abbandonata la casa e la famiglia se ne è costruita una nuova nel villaggio che padre Marcolini aveva ideato, prototipo di una lunga serie di iniziative che mantengono in benedizione la memoria del sacerdote filippino.

Don Giovanni ha avuto due grandi amori: la chiesa e i giovani. Tutti ricordano con nostalgia le belle solennità religiose che don Giovanni preparava con puntiglio particolare; quanti sono gli uomini sposati che narrano di lunghe ore passate ad aiutare il giovane parroco intento ad abbellire la sua chiesa con poche ma efficaci parature.

E che dire della gioventù: don Giovanni appena prete mise a disposizione a Castenedolo tutto l'ardore della sua anima sacerdotale e della gente amò e lavorò soprattutto per i giovani, tra i giovani. Ne capiva le difficoltà, ne ascoltava i turbamenti, ne condivideva gli entusiasmi, ne frenava gli slanci, e indicava a tutti i traguardi possibili quando un ragazzo ama veramente.

 

Forse, negli ultimi anni, la sua maggior difficoltà è stata quella di vedersi non sempre capito, talora osteggiato, sovente superato da una nuova, drammatica visione della realtà, cosi complessa da riuscire incomprensibile anche a lui, che pure aveva attraversato il lungo periodo della guerra e del dopoguerra. Ma questa è una storia che appartiene a molti suoi coetanei.

 

Ora don Giovanni non è più tra noi col suo sguardo profondo, la sua intelligente ironia, la bontà nascosta da un riserbo che molti non hanno capito. ma è presente con lo spirito di Cristo che anima e protegge sempre la sua comunità. E a questa presenza si dovranno rifare tutti coloro che vorranno continuare la sua opera a servizio della comunità del Violino.

 

 

 

I CURATI DEL VILLAGGIO VIOLINO


don   Fausto Mussinelli

n. Gardone V.T. 27.8.1980; ord. Brescia 11.6.2005; della parr. di Cogozzo; vic. parr. S. Zeno Naviglio (2005-2010);

vic. parr. Botticino dal 2010. Curato del Violino e della Badia dal 2012



don   Sergio Contessi

n. Lovere (Bg) 1.6.1975; ord. Brescia 14.6.2003; della parr. di Qualino; vic. parr. Ospitaletto (2003-2005); vic. parr. Violino, città (2005-2009)


don   Flavio Raineri

n. Iseo 8.3.1969; ord. Brescia 11.6.1994;

della parr. di Iseo; vic. parr. Edolo (1994-1997); vic. parr. Violino, città (1997-2005);


don   Elio   Longhi

vic. parr. Violino, città (1989-)


don   Alfredo Scaratti

vic. parr. Violino, città (1982-1989);


don   Angelo Cornalini

nato a Preseglie il 19/06/1914 13/01/1987


 don   Gianni paganini


 

Il 19 marzo Pierfrancesco Bassi diventava accolito di Santa Madre Chiesa, il 7 maggio Francesco Mattanza, entrava a far parte dei candidati all'Ordine del diaconato e del presbiterato 1994.

 

Sul bollettino parrocchiale dello stesso anno don Ermanno scriveva:

" E' forse trasferito qui il Seminario di Brescia? A guardar bene sembra proprio di si! Dalla percentuale di seminaristi che abbiamo possiamo essere riconoscenti. Ma non basta. Se noi ci mettessimo la coscienza a posto così, saremmo degli stolti.

Perchè quattro giovani sono stati più attenti a ciò che il Signore vuole per loro, non vuol dire che questo debba far sedere una comunità.

Stiamo aspettando altri adolescenti e giovani a riflkettere sul loro presente e a riconoscere che Dio vuole che vivano in pienezza di senso la loro esistenza.Non si può buttar via gli anni in maniera insensata. Occorre scoprire ciò a cui si è chiamati (e quasi mai è quello che sembra a noi, di prima vista).

Paolo Morbio che entra, quasi ventenne, nel nostro seminario ci sia di stimolo e provocazione a non lasciar perdere il prezioso bene che ci portiamo dentro.


Sacerdoti ordinati nella storia della nostra parrocchia

Don Pierluigi Murgioni ordinato il 03/07/1966

Don Mario Benedini il ordinato 10/06/1972

 Padre Alberto Pelucchi ordinato il 26/06/1981

Don Antonio Zizioli ordinato il 13/06/1992

don Pierfrancesco Bassi ordinato nel 1996

Don Francesco Mattanza ordinato il 13/06/1998

Roberto Manenti ordinato il 10/06/2000

Paolo Morbio ordinato il 09/06/2001


Padre Ottorino Marcolini

Nacque a Brescia il 9 marzo 1987 da Abramo e Giulia Brioni. Frequentò fin da bambino l'Oratorio dei Padri della Pace.

Diplomatosi all'istituto Tecnico Tartaglia, si laureò con il massimo dei voti e la lode nel 1920 in ingegneria industriale al Politecnico di Milano e nel 1924 in matematica all'Università di Padova.

Sottotenente in Carnia durante la prima guerra mondiale e poi tenente, fu decorato con la croce al merito di guerra.

Nel 1921 era già direttore dell'Officina del Gas, azienda che sviluppò con assiduo lavoro ed intenso impegno.

il lavoro non gli impedì di dedicarsi al movimento cattolico giovanile che gravitava intorno alla Pace e a palazzo S. Paolo.

Dopo seria maturazione, alla quale contribuì anche la precoce morte del padre, nel novembre del 1924 entrava nella Congregazione dei Padri della Pace e il 2 gennaio 1927 era ordinato sacerdote.

Fu per quarant'anni insegnante di matematica, prima, e di religione, poi, in varie scuole cittadine, si occupò dell'Oratorio della Pace, fu assistente della F.U.C.I. e della S. Vincenzo.

Cappellano durante la seconda guerra mondiale prima degli alpini sul fronte occidentale, poi degli avieri in Sicilia e in Russia, quindi ancora degli alpini nel battaglione "Vestone", si distinse per l'intensissima e infaticabile opera religiosa e assistenziale fra i soldati e anche fra le popolazioni civili.

Fatto prigioniero dai tedeschi a Colle Isarco l'8 settembre 1943, condivise con i suoi alpini dueanni di fame e stenti in vari campi di concentramento.

Rientrato in Italia nell'ottobre del 1945 riprese l'apostolato tra i giovani della Pace, della F.U.C.I., della S. Vincenzo.

Per le vacanze dei giovani lavoratori, dei reduci, dei disoccupati e degli sfrattati creò le Bande Irregolari Marcoliniane (B.I.M.) per le quali organizzò riuscitissimi campi estivi in montagna.

Affrontò poi d'impeto, com'era nel suo stile,i due problemi drammaticamente emergenti nell'iimmediato dopoguerra: il lavoro e la casa.

Si dedicò infatti con gran fervore a trovar lavoro a giovani e a reduci avviando e sostenendo scuole per muratori, interessandosi delle scuole di riconversione della OM, industria tra le più rappresentative della realtà produttiva bresciana; fu tra i promotori dell'Unione Cattolica Imprenditori e Dirigenti (UCID).

niente di più di un manovale

niente di meno di un imprenditore

Profondamente convinto dell'urgenza di risolvere il prblema della casa, specie per i giovani e le categorie più modeste, delineato un progetto di casa economica bifamiliare o a schiera e di piccoli villaggi periferici, fondò, il 28 novembre 1953, con tredici collaboratori e giovani lavoratori, la Cooperativa "La Famiglia"con lo scopo di costruire case popolari ed economiche da assegnare in proprietà individuale ai soci. Da allora le varie Cooperative "La Famiglia" hanno realizzato nel Bresciano e in Italia circa ventimila alloggi. La sua opera non si esaurì nelle case: egli si dedicò anche alla creazione di cooperative di lavoro ("Famiglie Meccaniche") in Val Camonica; si interessò alla ricostruzione del Friuli dopo il terremoto del 1976; dal 1965 al 1969 fu parroco nella Chiesa di S.Antonio in via Chiusure, ove completò le strutture oratoriane e giovanili, costruì l'asilo nido, realizzò il villaggio "Bevilacqua"; fu l'animatore e il cappellano di numerose associazioni (A.N.A.,Croce Bianca, U.O.E.I,ecc.). Si spense alla Pace il 23 novembre 1978 in seguito a trauma riportato in un incidente automobilistico.

Il Sacerdote nella storia

dal Bollettino Parrocchiale n. 65 Maggio 1992

 

Il sacerdozio cristiano fu istituito direttamente da Cristo, quale Uomo – Dio. Egli fu quindi il sacerdote primario ed eterno che volle partecipi e continuatori della sua opera gli Apostoli e i loro successori.

Quando dopo l’istituzione eucaristica nell’ultima Cena Gesù disse agli Apostoli “Questo fate in memoria di me” (Luca XXII, 19) egli volle con questa frase dare loro l’investitura sacra che li abilitavaall funzione sacerdotale, e tramite essi ai loro successori.

Spiegazione che S. Paolo da alla differenza esistente fra il sacerdozio nuovo in relazione al sacerdozio antico d’Israele è la seguente: il sacerdozio antico riservato a tricù, quella di Levi, e in essa ad una sola famiglia, quella di Aronne, il quale solo era stato personalmente eletto per vocazione speciale; il sacerdozio nuovo invece non si identificava né per eredità né per appropriazione personale, ma solamente per chiamata divina.

Due sono i poteri del nuovo sacerdozio: lapotestas ordinis e cioè il potere di perpetuare il memoriale e la rinnovazione del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce attraverso l’Eucarestia; la potestas iurisdictionis che abilita il sacerdote al ministero della salvezza e santificazione delle anime, attraverso il sacramento del perdono.


Questi poteri furono trasmessi da Gesù Cristo direttamente agli Apostoli che li trasmisero poi ai loro successori attraverso il segno esteriore dell’ imposizione dlle mani: grazie che il sacerdote devev far fruttificare.

Queste funzioni del sacerdote e la grazia conferitagli, col doppio potere sopra ricordato, derivano non dalla virtù o dal merito o del demerito personale, ma per virtù del sacerdote primario ed eterno che è Cristo.

La figura e il ruolo del sacerdote vennero definitivamente canonizzate nella sezione XXIII del Concilio di Trento, riguardante il sacramento dell’ordine.

La formazione del sacerdote avviene all’interno dei seminari; non sempre fu però cosi infatti dalle origini del cristianesimo e sino al XVI secolo l’istruzione del futuro sacerdote avvenne all’interno di varie istituzioni.

Nei primi secoli del cristianesimo non si ha alcuna testimonianza di istituti simili ai seminari, e bisogna ricordare che di essi non ve n’era bisogno, poiché l’ordinazione sacerdotale si riceveva in età matura e generalmente dopo un servizio di molti anni nei gradi minori presso qualche chiesa.

Sarà S. Agostino l’iniziatore dei seminari, in quanto egli introdusse fra il suo clero la vita in comune, con un orario per lo studio ed uno per la preghiera.

Sul suo esempio questo sistema venne adottato da numerose chiese in Europa e nel bacino del Mediterraneo.
Nel medioevo fiori non le scuole presso le grandi abazie benedettine e le chiese cattedrali, fra queste bisogna ricordare quella del Laterano in Roma.

Dopo il XII secolo si ebbe la decadenza di queste scuole causata dalla nascita delle università, presso le quali vennero creati appositi collegi per la formazione del clero. Quando però le scolaresche universitarie si fecero troppo licenziose e nell’insegnamento si introdussero novità ed errori pericolosi, le autorità ecclesiastiche pensarono di far sorgere speciali istituti, con proprie scuole e maestri, per la formazione del clero.

L’istituto del seminario venne definitivamente istituzionalizzato nel XVI secolo dal Concilio di Trento.